Il VDP può essere trattato in diversi modi, anche se si tratta normalmente di plug-in che associati ad un software di progettazione grafica come Adobe® Illustrator® permette di creare l’associazione del database ai vari elementi del file grafico.
Innanzitutto nel file “modello” di stampa devono essere definiti e “marchiati” con un segnaposto tutti gli elementi della nostra grafica che abbiamo progettato come variabili; ciò avviene mediante i sistemi sopra citati, come per esempio il plug-in Dynamic VDP per Adobe® Illustrator®. Da qui, per procedere è necessario associare il database variabile al file grafico. Mediante l’associazione più o meno automaticamente, grazie al software, avverrà il riempimento dei campi marchiati con il segnaposto con gli elementi variabili del database.
A questo punto del processo, il plug-in inizierà a “calcolare” le variabili dando la possibilità di vedere una preview del risultato che si andrà a ottenere e permettendo di sfogliare le varie versioni ottenute dall’associazione del database.
Questo passaggio di associazione è un pochino delicato, dal momento che ogni singolo errore di battitura bloccherà il flusso di calcolo rivelando problemi. Mi spiego meglio. Parliamo pur sempre di computer, si sa, a loro non sfugge nulla e proprio per questo è importante fare attenzione a come si nomimano per esempio i colori all’interno del database, se non vi sarà corrispondenza all’interno del file grafico il processo di associazione si bloccherà.
Una volta concluso questo sudato passaggio non ci resta che espandere il lavoro per creare le istanze variabili da stampare. Il file PDF verrà poi inviato ad un sistema di stampa digitale, che tuttavia dipende dal tipo di macchina e di sistema di workflow che si possiede e pertanto non lo affronteremo.