Metodo colore CMYK e stampa: guida per designer

 
Saper gestire il colore è forse uno degli aspetti più complessi, ma allo stesso tempo affascinanti per chi si occupa di graphic design ed è anche una di quelle competenze che ogni designer dovrebbe avere. Ci sembra dunque doveroso parlare di “metodo colore” ed in particolare di CMYK per la stampa.

 

Ne abbiamo già parlato in parte sul blog di Oppaca, in un articolo dedicato agli errori più comuni in cui si incorre quando si prepara un progetto per la stampa, che puoi leggere qui, ma oggi vogliamo entrare più nello specifico per darti tutte le nozioni base necessarie per conoscere il metodo colore CMYK.

Quindi, senza ulteriori indugi, scopriamo finalmente il vero significato della sigla CMYK.

Cosa si intende per CMYK?

Caratteristiche del metodo colore CMYK

Metodo colore CMYK e RGB a confronto

Quando si usa il metodo colore CMYK?

Come avviene la stampa in CMYK?

I nostri consigli per impostare il file prima della stampa

 

Cosa si intende per CMYK?

CMYK” è un modello colore utilizzato per la riproduzione del colore in stampa, nonché l’acronimo, che indica i quattro colori base utilizzati, più nello specifico:

  • C sta per cyan, “ciano” in italiano
  • M sta per magenta (te lo starai chiedendo…ebbene sì, anche in inglese)
  • Y sta per yellow, “giallo” in italiano
  • K, infine, sta per key o colore chiave, che corrisponde oggi al canale del nero
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Insomma, il metodo colore CMYK è uno schema per la combinazione di pigmenti primari, ed essendo che si basa sull’utilizzo di quattro colori in italiano viene indicato anche con il termine “quadricromia”. Quando parliamo di metodo colore CMYK, quindi, si fa riferimento un modello in cui tutti i colori si ottengono mescolando quantità diverse dei quattro pigmenti (cyan, magenta, giallo e nero). Le quantità vengono misurate in percentuale e per ciascun colore si può avere un valore compreso tra 0 e 100.

CMY, ovvero ciano, magenta e giallo, sono i tre colori primari, che fin da piccoli ci insegnano che mescolandoli si possono ottenere gli altri colori come il verde, l’arancione e il viola per esempio. Ecco, nella stampa avviene esattamente la stessa cosa, il meccanismo di fondo è il medesimo, è solo poi tutto un pò più ampio e complesso dal punto di vista tecnico.

A questi tre colori di base ne è poi stato aggiunto un quarto, quello detto colore chiave, ovvero il K, che si è rivelato necessario per ottenere una stampa a colori completa. Oggi il colore chiave nel mondo della stampa è il nero, ma non è sempre stato così. Agli albori della stampa, infatti, i colori utilizzati come Key erano il marrone, il blu scuro o il nero, a seconda di quale fosse l'inchiostro più economico da utilizzare in quel momento. Tecnicamente, la somma di uguali quantità di ciano, magenta e giallo puri dovrebbero produrre il nero, tuttavia, nella pratica, a causa delle impurità negli inchiostri, è difficile ricreare un nero puro mescolando questi tre colori assieme. Questo è il motivo per cui il quarto inchiostro, ovvero il nero è stato aggiunto agli colori; da qui la sigla CMYK.

 
 
Lo sapevi che il CMYK non è l’unico spazio colore esistente?
Vuoi scoprire un altro metodo colore? Leggi il nostro articolo sul modello colore RGB qui.

 

Caratteristiche del metodo colore CMYK

Lo spazio colore CMYK è caratterizzato da un’ampia gamma di colori sebbene esso sia limitato rispetto allo spettro visibile all'occhio umano. Con i quattro colori del CMYK si può infatti arrivare a riprodurre circa il 60-70% dei colori visibili. L’intera gamma di colori riproducibile mediante un modello colore viene definita gamut. Se un colore si trova al di fuori della gamma CMYK solitamente viene sostituito con un colore all'interno del gamut, che si avvicina il più possibile a quello di partenza.

Quindi ricapitolando, abbiamo detto che i quattro colori di base del modello CMYK, se miscelati tra loro, creano molti altri colori, ma come avviene tutto ciò? La riposta è per sintesi sottrattiva.

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Che cosa significa sintesi sottrattiva? Gli inchiostri di base stampati quando sono colpiti dalla luce trattengono una parte dello spettro luminoso e ne restituiscono il resto, ossia il colore che giunge ai nostri occhi. Più l’inchiostro assorbe luce e più il colore risultante sarà scuro; il nero per esempio corrisponde al totale assorbimento dello spettro luminoso e per questo non può essere definito un colore. Al contrario, il bianco ha origine dalla completa riflessione dello spettro e dunque non è un singolo colore bensì la sommatoria di tutti. Il modo in cui si genera la percezione del colore è detta sintesi sottrattiva, in quanto il colore che noi vediamo è la luce rimanente che viene riflessa in quanto non assorbita dal pigmento.

 

Metodo colore CMYK e RGB a confronto

Il metodo colore CMYK si può dire essere una versione “opposta" ad un altro spazio colore esistente, ovvero quello RGB (Red, Green e Blue) utilizzato dai monitor, che è definito al contrario “additivo”. I colori primari RGB infatti, combinati al 100% di brillantezza, producono il bianco, mentre i pigmenti primari CMY combinati alla massima concentrazione producono il nero.

Nel modello RGB il colore viene prodotto con la luce, mentre nel CMYK attraverso gli inchiostri. I due metodi non funzionano allo stesso modo ed è proprio per questo motivo che il colore stampato non potrà mai essere uguale a quello che si vede a schermo, in primis già solo per la differenza di luminosità che c’è tra lo schermo e la carta.

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Nonostante ci siano alcuni rari stampatori che usano lo spazio colore RGB, ci sono una serie di ragioni pratiche per cui la stampa CMYK è stata ed è tuttora il modello dominante. Su un monitor la combinazione di luce delle componenti RGB permette di creare colori piuttosto chiari e brillanti. Le stesse componenti RGB se combinate come inchiostri producono colori decisamente più scuri di quelli visibili a schermo. In stampa i colori non sono prodotti dalla luce e quindi possono solo assorbirla piuttosto che emetterla. Inoltre, i tre colori RGB, ovvero lo ripetiamo rosso, verde e blu, sono inchiostri scuri già di partenza e ciò rende difficile produrre in stampa colori chiari come il giallo o il verde lime. 

 

Quando si usa il metodo colore CMYK?

Il metodo colore CMYK è il modello di riferimento per tutti quei progetti che dovranno andare in stampa. La stampa in quadricromia, infatti, è attualmente il sistema standard per la stampa sia offset sia digitale più utilizzato al mondo. L'uso del modello colore CMYK è il preferito perché permette di coprire un’ampia gamma di colori con il minor numero di inchiostri.013_img04Tuttavia, come anticipato prima con i quattro inchiostri standard del CMYK non si possono ricreare tutti i colori visibili a schermo, per questo motivo per ampliare ulteriormente la gamma di colori stampabili sono stati introdotti altri tre inchiostri aggiuntivi: l’orange, il green e il violet (ovvero i colori secondari:‌ arancione, verde e viola). Questo metodo è definito CMYK+3; non viene utilizzato da tutti gli stampatori perché più dispendioso, ma attraverso di esso è possibile aumentare lo spettro riprodotto, ma anche migliorare in alcuni casi la brillantezza dei colori o il loro realismo.013_img02-1

Dunque, se si sta progettando un qualsiasi design destinato al digitale si utilizza il modello RGB, mentre  per la stampa è bene impostare il metodo colore CMYK. Ecco perché, quando abbiamo parlato nel nostro blog di come preparare al meglio un file per la stampa ti abbiamo suggerito di impostare fin dall’inizio il metodo colore CMYK, perché altrimenti, rischi di scegliere colori che poi non saranno riproducibili in stampa.

 

Come avviene la stampa in CMYK?

Abbiamo detto che nella stampa gli inchiostri primari vengono miscelati per ricreare gli altri colori; raccontata così però sembra che vengano letteralmente mescolati come si faceva con tempere e pennelli da piccoli. Nella stampa invece la miscelazione non avviene fisicamente, ma attraverso la percezione da parte del nostro occhio e cervello che rielaborano l’informazione restituendo il colore.

Ci spieghiamo meglio. Se osserviamo a livello microscopico una stampa si può notare come sia creata da una serie di tantissimi puntini monocolore uno accanto all’altro, che non sono visibili allo sguardo, ma danno la percezione di un colore compatto, come avviene con i pixel di un'immagine digitale.

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Questo processo utilizza dei modelli particolari detti retini di stampa e si chiama half-toning. Viene usato un retino per ciascun componente del CMYK, ognuno con un'angolazione diversa. I diversi angoli permettono di mixare visivamente i 4 colori tra loro. Più il retino è piccolo e ben angolato e più qualità di stampa sarà alta.

 

I nostri consigli per impostare il file prima della stampa

Dopo aver spiegato tutte le caratteristiche principali del modello CMYK nel processo di stampa, ti vogliamo dare alcuni consigli per creare il file di stampa perfetto. Nella creazione dell’esecutivo di stampa devi avere cura di impostare il giusto metodo di colore per la stampa, ovvero il metodo CMYK che ti permette di gestire i colori in quadricromia. Inviare un file di stampa con profilo colore RGB è forse l’errore più comune che viene fatto, una di quelle cose a cui si fa poca attenzione, ma che rappresenta una dimenticanza terribile.

Non ci stancheremo mai di dire che per la definizione dei colori non ci si può affidare al proprio schermo; se si vuole verificare la loro resa prima di andare in stampa con la produzione l’unico modo è quello di richiedere una prova di stampa, per avere un riferimento veritiero.

Se ti accorgi di non aver lavorato fin dall’inizio con il profilo CMYK, non preoccuparti, potrai convertire nel profilo colore corretto in ogni momento. L’importante è ricordarsi di farlo prima di inviare l’esecutivo, per verificare che tutti i colori corrispondano a quelli da te scelti nella tua grafica.

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Noi possiamo aiutarti a convertire il tuo file, se riceveremo file in RGB infatti li convertiremo in automatico per andare in stampa, ma i colori possono variare notevolmente se si passa da un metodo di colore ad un altro, quindi, per evitare sorprese, è meglio che lo faccia tu.

 
E se vuoi rileggere tutti i consigli di Oppaca sugli errori da evitare nella creazione del file perfetto per la stampa, leggi il nostro articolo dedicato.

 

Beh, direi che sei arrivato alla fine di questo articolo ora sai praticamente tutto del metodo colore CMYK, di come funziona e sei pronto per utilizzarlo all’interno dei tuoi futuri progetti. Ovviamente, lo staff di Oppaca terrà sempre d'occhio la corretta riproduzione dei colori del tuo prodotto. 

Se hai domande sul mondo CMYK o riguardo la sua applicazione nel settore della stampa, contattaci saremo lieti di deliziarti con tutte le nozioni possibili.
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